TRIONFO AL PREMIO “ALDA MERINI”

TEMPLARI E PREMIO “ALDA MERINI”

INSERITO COME “CAVALIERE D’ONORE” NELLE SCHIERE DELL’ORDINE DEI TEMPLARI. NAPOLI: TRA LA CHIESA DELL’ANNUNZIATA E L’EREMO DI CAMALDOLI LA CERIMONIA UFFICIALE SABATO 20 GIUGNO 2015

TRIONFO AL PREMIO “ALDA MERINI”

GINO IORIO – POETA CASERTANO DI CALVI RISORTA, TARGA D’ARGENTO MASSICCIO FIRMATA DAL MESTRO ORAFO MICHELE AFFIDATO – MATTATORE CON LA LIRICA “4 GENNAIO 2015 – OMAGGIO A PINO DANIELE”. A CATANZARO, IL 4 LUGLIO, LA MANIFESTAZIONE DELLA QUARTA EDIZIONE, OFFICIATA DALL’ACCADEMIIA DEI BRONZI E DALLE EDIZIONI URSINI

SERVIZIO di NICOLA DI MONACO

 

Luigi Iorio, il poeta di Calvi Risorta, la Cales di Tito Livio, cuore dello scontro tra Fabio Massimo “Il temporeggiatore” e Annibale Barca, nemico numero uno di Roma, non cessa di stupire. Una semplicità naturale, intensa, scorrevole come le sorgenti dei Colli che danno vita al Volturno, ne fanno uno dei poeti più amati e celebrati del Belpaese. Due episodi di cronaca lo pongono in questi giorni all’attenzione dell’opinione pubblica. Il primo ha avuto come riferimento e location la Chiesa dell’Annunziata e l’Eremo dei Camaldoli, a Napoli. Gino Iorio, su proposta del Capitolo Generale, in riconoscimento delle opere letterarie pubblicate e dei “meriti acquisti” è stato inserito come “cavaliere d’onore” nelle schiere dell’Ordine dei Templari. La cerimonia ufficiale ha avuto momenti di toccante emozione.                                                                                                                                     Il secondo è una notizia di agenzia che registra il trionfo del poeta di Calvi al Premio Nazionale “Alda Merini” quarta edizione, fiore all’occhiello dell’Accademia dei Bronzi e delle Edizioni Ursini. Cerimonia ufficiale a Catanzaro, sabato quattro luglio. La consegna di una targa in argento massiccio, opera del maestro orafo Michele Affidato, pone in primo piano la lirica di Gino Iorio “4 gennaio 2015”, un omaggio a Pino Daniele, il cantautore napoletano pianto da tutto un popolo. Per il premio Alda Merini parlano i numeri: oltre duemila opere inedite, nessun contributo pubblico e nessuna richiesta ai partecipanti, una antologia di prestigio, una giuria di spessore e di qualità superiori (G. Battista Scalise, Mario D. Cosco, Vincenzo Ursini, Antonio Montuoro e Mauro Rechichi). Luigi Iorio, il giorno dopo la morte di Pino Daniele, nel silenzio della sua “bottega”, di fronte al rosso pompeiano della facciata di casa, si rivolge e parla direttamente al cantautore.                                                                                                                                                    Tu dimmi quando / ci sarà chi parlerà di ”napul’è” / con le sue contraddizioni, i suoi dolori, / le sue musiche, i suoi amori, / le sue isole, il suo vulcano, / i suoi odori e con i suoi sapori.

Tu dimmi quando / ci sarà chi darà voce a “chesta” città, / sedotta e abbandonata tra i rifiuti / e “quanno lli’uochhie miei” potranno rivedere / la tua espressione malinconica e sofferta / mentre canti “na tazzulella e cafè”.

Tu dimmi quando / farai giungere da lassù, / più forte, il segno che hai dato tra noi / così potrò rivedere la mia città; / la più bella del mondo, “quanno chiove” / e quanno ce stà, “’na jurnata ‘e sole”.

Tu dimmi quando / Potrò “sentere e ‘parole toie / Addò se legge”: “Napule è / na carta sporca / e nisciuno se ne importa”.                                                                                                       In una nota critica che accompagna la lirica, tra l’altro, si legge testualmente: ….di rara e potente efficacia il monologo, diretto e immediato, mix delle due lingue care al cantautore, quella di Napoli e quella di Firenze… Nei versi di Iorio, immediati, istintivi, c’è la consegna di un messaggio, di una supplica per la città che è stata punto focale della vita e dell’arte di Daniele. Lassù devono sapere della città purgatorio, del degrado e dell’abbandono di Napoli, il perenne grido di dolore delle canzoni di Pino Daniele deve accompagnare il suo ultimo viaggio, perché Napoli possa ritornare ad essere la città più bella del mondo, “quanno chiove” e quanno ce stà, “’na jurnata ‘e sole”. La vena di Gino Iorio si scioglie in canto, facendo sue le stesse espressioni in gergo di Pino Daniele, una antologia intensa di emozioni che hanno caratterizzato il percorso del poeta cantautore, da “Napul’è” a “Na tazzulella ‘e cafè”.

“STELLA DI PLATINO” AL MERITO DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE DI POESIA AL POETA CALENO GINO IORIO

Redazione Calvi, 02 febbraio 2015

Al dr. Luigi Iorio, poeta caleno conosciuto in arte con lo pseudonimo di Gino Iorio, è stata conferita la “Stella di platino” al merito della scuola di poesia (massima medaglia della scuola).

Gino Iorio, che è componente della scuola tra i professionisti, solo domenica scorsa 25 gennaio, si è recato al Largo Chigi (Montecitorio), presso la Chiesa dei Deputati, per ricevere dall’Accademia Francesco Petrarca, il premio “Regione Campania”.

Il Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana Silvano Bortolazzi, nel conferire tale riconoscimento, si è complimentato con il poeta e scrittore, ponendo in evidenza la sua rapida carriera di artista e motivando il riconoscimento: “Per gli alti meriti raggiunti nel campo della narrativa e della poesia in Italia”.

Infatti dal 2012 Gino Iorio ha pubblicato la silloge “Momenti 99 poesie d’amore” e il romanzo “Amore amaro” editi dalla Casa Editrice BOOK SPRINT EDIZIONI; il romanzo “La casa di Tonia” (premiato con la medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano); “La mia stella” e la silloge “Trenta emozioni d’amore” (premiata con la coppa d’oro zecchino dall’Accademia Francesco Petrarca) editi dalla Casa Editrice TINDARIPATTI.

Per il romanzo “La casa di Tonia” è in uscita la seconda edizione in una nuovissima veste grafica. Contemporaneamente a quest’ultima seconda edizione, sarà pubblicato il romanzo “Il posto delle aquile”, un trittico dove, alla penna dello scrittore caleno, si sono affiancate le opere pittoriche di Maria Rosaria Sciacca e i versi della poetessa Anna Cappella.

Infine, sempre in contemporanea, sarà pubblicata la silloge “Emozionando”, 60 liriche composte nel 2014 e che già hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e sono presenti, tra l’altro, sia nell’Enciclopedia Universale degli Autori italiani, sia nell’Antologia “Poeti del nuovo millennio” e sia nell’Antologia “Poeti italiani del 2014”.

images.jpg

SI RIPORTA, QUI DI SEGUITO, LA COMUNICAZIONE DEL RICONOSCIMENTO:

SCUOLA DI POESIA – SCHOOL OF POETRY

SCUOLA INTERNAZIONALE DI POESIA SU FB

Conferisco al Dott. LUIGI IORIO la medaglia:

“STELLA DI PLATINO AL MERITO DELLA SCUOLA DI POESIA”
(massima medaglia della scuola di poesia)

 

ALLA CARRIERA


per gli alti meriti raggiunti nel campo della narrativa e della poesia in Italia

Recco, li 31 gennaio 2015

Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana (per la poesia)

Silvano Bortolazzi (Poeta e scrittore

I VERSI DI IORIO

23.01.2015 17:08 – bottega

27 GENNAIO 1945

(Per non dimenticare)

Tra rovi e sterpaglie

un bimbo piangeva.

L’ho cercato, preso per mano:

stretto per dargli calore.

Rideva, cresceva, giocava con me

quel bimbo che prima piangeva.

Era solo: strappato al suo unico amore

che ho visto buttare sul carro.

E’ cresciuto quel bimbo

che prima piangeva.

Conserva una ciotola in creta ricordo del riso:

lo divideva con lei.

Lei, deportata là,

dov è finita la vita.

I VERSI DI IORIO

7.11.2014, 12:53, Minturno

Solitario mi guardi
mentre assopito nei miei momenti
viaggio nell’universo
del mio essere uomo.
Solitario, tu
hai incrociato la mia  strada
e ci siamo trovati allo stesso posto,
tu
a vagabondare
Io
ad amare.
Poi,
hai capito di me
e non mi hai più lasciato,
mio gatto.

NOTA CRITICA di NICOLA DI MONACO
Calvi Risorta, 21. 12. 2014

La poesia sa nutrirsi di piccole cose. Insignificanti, ai più. Basta un gatto, solitario e curioso. Un bozzetto di vita, fatto solo di sguardi e di ammiccamenti. Sembra di vederlo, il gatto, gli occhi a fissare il poeta e a guardarsi intorno, guardingo. Non si sa mai. Un incontro fortuito, con il poeta perso nei suoi pensieri, il gatto a vagabondare senza una meta precisa.  Viaggiatori nel tempo e nello spazio, sembrano coscienti di una identità diversa. Il vagabondare di un gatto filosofo e i tremiti di un cuore che si nutre d’amore. Ciò nonostante, fratelli. E’ una mitica striscia, che ben figurerebbe su di un quotidiano della domenica, a strappare un sorriso ai lettori distratti. Ed eccoli insieme, l’uomo e il gatto, a camminare fianco a fianco. Senza pensieri il gatto, con tutti gli affanni della vita e del cuore il poeta. La lirica ha anche una location di tutto rispetto, una cittadina di mare, e una data, con la meridiana che scandisce le 12,53. L’ora di pranzo a Minturno, terra e mare dal cuore e dai ricordi antichi. Come quelli del poeta. Come sottofondo lo sciabordare sulla spiaggia, tra il Monte d’oro e il Monte d’Argento. In autunno, quando i ricordi e i rumori sanno di castagne e di vino novello. In compagnia di un gatto.

I VERSI DI IORIO

22-11.2014 – 18:26 – bottega.


LA GIOIA DI VIVERE

Sono andato a Montecarlo:
ho dormito all’Hotel de Paris
per andare a giocare al Casinò.

Sono andato
in California,
a S.Francisco,
per osservare dal Golden Gate Bridge
le prigioni sull’isola di Alcatraz.

Sono andato a Praga
per osservare gli artisti lungo il Ponte Carlo.

Sono andato
a Vienna al mercatino di Natale;
sono andato al ballo di Capodanno
al Teatro dell’Opera.

Sono andato a New York
in autunno,
per passeggiare nel Central Park.

Sono andato a Parigi
per cenare, al tramonto
sul Bateau  Mouche,
mentre scorreva lungo la Senna;
sono andato a vedere il Louvre, i giardini di Lussemburgo,
Notre Dame, la torre Eiffel;
mi sono sbizzarrito nelle lunghe notti
al Crazy Horse,o al Moulin Rouge a Pigalle;
ho aspettato l’alba sulle colline di Montmartre,
per parlare con gli artisti di strada.

Ho visto il sorgere del sole a mezzanotte
verso Capo Nord.

Sono andato,
ma non ti ho trovata.

Ho avuto casa in città,
in montagna,
al mare
e in campagna
assieme ad un notevole conto in banca.
Per avere tutto ciò, ho lavorato
negli anni migliori della mia vita
senza mai essere me stesso.

Ho acquistato gli abiti più costosi,
i gioielli più esclusivi,
le macchine più lussuose..

Sono andato
a cena con i personaggi
più ricchi e famosi del mondo.

Sono andato,
ma non ti ho trovata.

Poi,
non ho avuto più niente.

Ti ho cercata tanto
sino a domandarlo alla Madonna di Medjugorie

Infine  ti ho trovata,
eri qua,
a portata di mano.

Ora,
cammino in un prato
e osservo le farfalle
che da un fiore all’altro
si spostano;
ascolto il rumore dell’acqua che scorga dalla sorgente
e  rompe il silenzio;
ascolto il battito dei rami
al vento che soffia da Ponente.

Consumo un fugace pasto
seduto su massi di pietre romane
accanto all’Anfiteatro.

Assaporo gli odori del mare
che si sposano con l’erba mentina.

Osservo  dal Vesuvio
il sole che  si perde dietro l’isola di Capri.

Mi ristoro,
con acqua di sorgente,
e  un pezzo di pane
condito con olio e sale.

Compagni di questo viaggio
il sole,
il mare,
l’acqua,
il vento
e tu.
Ti ho scoperta.
Ho scoperto dove ti nascondi

CALVI RISORTA, 08.12.2014

NOTA CRITICA di NICOLA DI MONACO
No, non è una sorta di imitazione di Aldo Palazzeschi e dei suoi scherzi in versi. E neppure una filastrocca, di quelle che piacciono tanto ai bambini. Disarmante, parole e versi, come un ruscello che scorre chiacchierino in un bosco di alberi cedui, è una storia vera, la storia di un uomo e la sua vita, una storia nella quale saranno in tanti a riconoscersi. Una corsa continua e insensata per tutte le vie e i colori del mondo, le città e i loro biglietti da visita, un volare sull’acqua senza toccarla come certi insetti di acqua dolce. Una “Cities parade” con i lustrini della festa, coriandoli e fuochi artificiali compresi. La solitudine chiassosa della ricchezza e un correre tra la gente senza riconoscerla. Poi, le luci si spengono e il ritmo della vita rallenta. Ci si guarda attorno smarriti e con occhi nuovi, in un luogo dell’anima, cambia la percezione delle cose. Le luci della ribalta sono spente, svaniscono in una sorta di bruma gli incanti e le seduzioni. Il poeta si muove in un prato e i colori sono quelli di una farfalla in paziente cerca di nettare, l’erba mentina delle balze digradanti verso il mare e le isole del Golfo. Pane, olio e sale, i sapori e la semplicità della vita; come compagni sole, mare, acqua e vento. E’ la gioia di vivere, lontano dalla effervescenza del successo ad ogni costo, il rumore dei propri passi su antiche pietre, la vita primigenia prima di Caino e Abele, lontani dal solco dell’aratro di Romolo e Remo.

A MINTURNO LA NONA EDIZIONE DEL MEMORIAL SPARAGNA CON IL POETA CALENO GINO IORIO

Redazione Calvi, 30 novembre 2014

NELLA SPLENDIDA CORNICE DEL BORGO MEDIOVALE DI MINTURNO LA NONA EDIZIONE DEL MEMORIAL SPARAGNA,

CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA

CON IN PARTERRE NOTI PERSONAGGI DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO

CAPPELLA E IORIO AEDI DI TERRA DI LAVORO

Menzione d’onore e terzo premio assoluto con “Specchio d’Istanti” di Anna Cappella e la silloge “emozionando” di Gino Iorio

SERVIZIO di NIDIMO CHIERICO

Minturno in cattedra per il Memorial Sparagna, concorso internazionale di poesia, giunto alla sua nona edizione. A officiare la manifestazione, alla quale hanno partecipato noti personaggi della cultura e dello spettacolo, Irene Sparagna, poetessa e scrittrice dell’amena località turistica del Tirreno, figlia dell’ex Sindaco della cittadina laziale, un personaggio che ha lasciato rimpianti e una traccia profonda di simpatia in quanti nel Lazio hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo.

Sul podio Patrizia Stefanelli, regista e scrittrice, che ha dato voce ai versi dei poeti premiati dalla giuria. Particolarmente gradita dal numeroso pubblico presente l’esibizione dell’attore Ciro Iannone, che si è speso nel proporre alcune delle sue liriche nel solco della tradizione e della lingua di Salvatore Di Giacomo. Nella terra, che fino al 1927 e alla drastica cancellazione dalla geografia del Belpaese da parte di Benito Mussolini, era il cuore di Terra di Lavoro, notevole e di rilievo il successo dei casertani Luigi Iorio e Anna Cappella.

La silloge “Emozionando” di Iorio, poeta e scrittore di Calvi Risorta, si è classificata al terzo posto assoluto e la poetessa e critica letteraria Anna Cappella, originaria di Formicola e nota designer d’interni, ha portato a casa una prestigiosa menzione d’onore. Di entrambi e di seguito riportiamo una lirica che il pubblico della Congrega di San Filippo Neri, onusta di opere d’arte del rinascimento e annessa alla Cattedrale del Borgo Medioevale, ha avuto modo ascoltare e di apprezzare. La nota critica è di Nicola Di Monaco

SPECCHIO D’ISTANTI di ANNA CAPPELLA

Mare che accarezzi l’alba di ogni nuovo giorno; del sole catturi i raggi ed il suo calore….
Mare che raccogli lacrime di cielo; accompagni tempeste e sospiri di vento.
Sei specchio di vita, rifletti il tempo: dipingi d’incanto il tramonto e rubi alla notte argentei riflessi di luna.
Inondi l’anima, che naufraga approda su spiagge di libertà, che insegue sogni in un volo di gabbiani.
Resto immobile, in silenzio ascolto la tua voce: il fluire lento, continuo andirivieni delle onde, che si increspano sulle rocce dell’esistenza e si infrangono sulle rive dei giorni già passati.

 

“I TUOI NO” di GINO IORIO

La notte incalza.

L’orizzonte ha rubato il sole,

la battigia è vuota

e la risacca rompe il silenzio.

I tuoi no,

viaggiano nell’olimpo del desiderio,

fermi alle porte del paradiso,

accecati da sogni sperati,

da maschere mai tolte,

da promesse mancate

e cadute nelle sabbie mobili della vita.

I tuoi no,

cavalcano le onde.

L’alba, che aspetto,

schiuderà flutti di perle e conchiglie

col tuo sì.

E la speranza m’assale di gioia.

In entrambe le liriche protagonista è il mare, con la ricchezza di sentimenti che ha ispirato ai poeti di tutti i tempi e di tutte le culture del mondo.

Dai primi accenni dei sumeri ai poemi omerici, dalla leggerezza degli allessandrini agli Haiku storici dei cinesi. Nella lirica di Anna Cappella, taglio impressionista e sottilmente romantica, si accompagna al tempo, un leitmotiv che lega il presente al passato. Dolci e riposanti le immagini usate, una foto dopo l’altra scattata in sequenza: il nuovo giorno inondato dal sole, il mare che raccoglie le lacrime del cielo, i sospiri del vento, la notte con i suoi riflessi d’argento.

Il mare, immagine della vita, con l’andirivieni delle sue onde. Nella semplicità delle espressioni si coglie una insolita potenza evocativa, ma non è il dramma di Saffo che si precipita dalla rupe, è la serenità della Emily che coglie la bellezza del suo giardino. Non c’è protesta, non c’è rabbia, non c’è richiesta di aiuti divini. Anna Cappella, immobile e silenziosa, osserva, curiosa ed attenta, il ciclo e il ritmo della vita, della quale il mare è lo specchio. Mare, approdo dei sogni e volo di gabbiani.

Diverso, del tutto diverso, il registro di Gino Iorio. L’orizzonte ruba il sole e la battigia è desolatamente vuota. I no che riceve sono colpi di martello, penetrano nel ventre molle dei desideri e lo fermano sulla soglia del paradiso. E’ l’ansia dell’attesa, del gelo che penetra nelle ossa, una successione di speranze che viaggiano senza certezza di approdi. Ma il poeta non è facile alla resa: sa che ci sarà un nuovo giorno e si arma di pazienza.

L’amore ha le sue regole e i suoi rituali, così evidenti e naturali negli uccelli e nella fauna del bosco, più complicati negli esseri umani. Le promesse mancate sono solo un rinvio che si schiuderà nei gemiti di un sì, più bello e luminoso che mai. Cappella e Iorio, due modi diversi ma non antagonisti di cantare il mare e la vita. Belli entrambi, rigorosi nella scelta delle parole e delle immagini, un’intensità emotiva che si esalta nel verso libero e nel racconto delle loro storie e dei loro sentimenti.

Visita: www.CalviRisorta.com

I VERSI DI IORIO

IL RISVEGLIO DELL’ANIMA

La bruma interrompe
Il passo lungo il sentiero.
L’attesa, il delirio
si confondono.
L’equilibrio vacilla
alla ricerca del bello e del giusto.
I pensieri volano.
Un soffio di vento,
l’Orizia della mia vita,
accende la luce dell’anima
e la strada rischiara.


CALVI RISORTA, 23.11.2014
NOTA CRITICA di NICOLA DI MONACO

Una tipica scena di campagna, mentre la bruma copre uomini e cose nei colori rarefatti dell’autunno. Attesa e delirio, insieme, dice il poeta. Attesa che coniuga speranza, delirio che fa rima con qualcosa in più di una generica incertezza. Perso nei suoi pensieri, oscillazioni della mente tra quanto è bello e quanto è giusto, un soffio di vento lo riporta con i piedi per terra e la realtà della vita. E qui, l’aedo dell’antica Cales, si concede uno dei suoi rari richiami all’antichità classica. Chiama Orizia quel soffio di vento, La mitica figlia del re di Atene, Eritteo. Il riferimento è a Borea, uno dei venti, che rapì Orizia mentre giocava con le sue compagne, e le usò violenza su di una rupe, in prossimità del fiume Ergine. E’ questa solo una delle tante versioni che ci sono giunte dallo scoliaste. Altri sostengono che Borea, innamorato e stanco di promesse da parte di Eritteo, rapì la bella Orizia, la sposò e ne ebbe due gemelli, Calaide e Zete. Forse quel soffio di vento, come una frusta, lo sottrae ai suoi dubbi e ai suoi deliri,  gli spiana la scelta e lo induce ad agire. Una via maestra che illumina l’anima e lo sottrae alle tante brume che accompagnano l’autunno della vita. Al contrario di Gabriele D’Annunzio, i cui riferimenti classici diventavano tutt’uno con la vena poetica e a volte finivano per comprimerla,  l’incursione di Gino Iorio è solo un timido approccio, un battito d’ali, che rompe il silenzio dei suoi passi e dei suoi pensieri.

I VERSI DI IORIO

Calvi Risorta 18.10.2014 ore 19:53( il buio mentre da Ischia rientravo a Napoli)

QUEL PICCOLO SPAZIO DI FELICITA’
Ad occhi aperti,
mentre il buio copre la vita
che mi ruota intorno,
cerco di penetrare
l’ignoto che m’assale
per scoprire dove si nasconde
quel piccolo spazio di felicità.

Il natante dondola
mentre mi conduce a riva.

Ecco!
lo vedo
sempre più vicino.
Lo tocco,
lo vivo,
lo sento
e  infine…
lo perdo.


NOTA CRITICA di Nicola Di Monaco. Calvi Risorta, 08.11.2014

L’ignoto, il buio, la luce: sono gli ingredienti che mulinano nella mente del poeta, di ritorno da un evento culturale a Ischia, una delle isole del Golfo di Napoli, l’isola verde, dominata dal Monte Epomeo e celebrata stazione termale. L’attracco è vicino, a portata di mano, lo tocca, ma… è solo una illusione. Un brutto tiro della realtà, della vita quotidiana, un inganno dei nostri desideri. E’ una metafora, quella del poeta, cadenzata da gesti semplici, che tutti vivono, ogni giorno. L’approdo di un traghetto, l’avvicinarsi alla banchisa, un passaggio dal prima al poi. Sullo sfondo c’è sempre, in maniera inconscia, la ricerca di un piccolo spazio di felicità, una fetta di affetto che aiuti a vivere le miserie di tutti i giorni, i tradimenti della vita e dei sentimenti, l’inutile rincorsa a un successo effimero e irraggiungibile. Una lirica melanconica e tardo decadente, intonata ai colori dell’autunno, gli occhi aperti sul buio e l’ignoto, il bisogno bruciante di trovare un “piccolo spazio di felicità”. Non altro. I sogni e le attese sono svanite nel nulla, si perdono nella penombra del passato. Dopo le tempeste della vita, c’è solo quiete e silenzio. Resettare e ripartire per un nuovo viaggio. Forse. Chi sa.

I VERSI DI IORIO

ISCHIA

Si muovono le mie emozioni
come nuvole spinte dal vento.

Si urtano,
si baciano,
si mischiano.

Tu viaggi nella mia mente
e mi dai vita.

Ischia è coperta da voli di colombi
che si avvicinano piano piano,
mi ruotano intorno
col loro gioco d’amore,
colorano di sogni questo giorno
ed io raccolgo in un unico abbraccio,
i brividi che attraversano
i miei pensieri.

Nota di Nicola Di Monaco
Calvi Risorta, 27.10.2014

Ischia, l’isola verde, è un luogo dell’anima per il poeta Gino Iorio. Una delle sue prime liriche, il pontile, lo ha già visto protagonista ad una manifestazione organizzata dalla Msc Crociere. Il suo, ora, è un ritorno. E’ solo, nel vento e nel sole, il mare guardato a vista dal Monte Epomeo. Emozioni, come nuvole in viaggio, scivolano nella sua mente. Voli di colombi e ricordi, giochi di ombre e di luce, brividi di un amore mai sazio e linfa vitale della sua ispirazione. La lirica sembra suggerire uno stato d’animo attento e riflessivo, aperto al sorriso della natura, complice la bellezza del mare delle sirene.

Premio medaglia Presidente della Repubblica “La casa di Tonia”

Articolo del Il Mattino del 12 10 2014